Campagna Europea, giugno 2020 – Non è un mio crimine, ma una mia condanna
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Quest’anno la Campagna è diventata, a causa dell’emergenza Covid-19:
“IN ATTESA DI CARCERI APERTE, FIGLI-GENITORI CONNESSI”.
In continuità con la Videoconferenza europea di apertura della Campagna del 26 maggio (vedi https://bit.ly/COPEwebinar1) il 25 giugno pomeriggio si è svolta la Videoconferenza europea di chiusura: “IN ATTESA DI CARCERI APERTE, FIGLI-GENITORI CONNESSI”, che ha avuto l’iscrizione di 190 persone e l’attiva partecipazione di circa 140.
La conferenza si è aperta con la “proiezione” del video “PENSO AL CONTRARIO“, versione italiana, curata da Bambinisenzasbarre, del video originale ideato dalla organizzazione non-profit scozzase Families Outside, dal titolo Reversable Thinking (prodotto da Sarah Roberts, Mike Nicholson, Ross Brown, Colin McLean and Pete Hillen).
Dopo la visione di Penso al Contrario, è intervenuto il nuovo Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Bernardo Petralia, che ha dichiarato il suo appoggio istituzionale e personale alla realizzazione e allo sviluppo delle azioni di mantenimento del rapporto tra figli e genitori detenuti.
“Sono qui felice a presenziare con un saluto, che non sarà un saluto semplice, ma sarà una presa d’atto dal nuovo Capo DAP di un percorso di particolare sensibilità. È qualcosa che nobilita non solo chi lo fa, ma chi lo riceve, ma anche l’intero Stato e oltre il nostro Stato, perché l’Associazione Bambinisenzasbarre ha valicato i confini dello Stato italiano, ponendosi come protagonista di un’azione importantissima che io condivido in pieno che è quella del recupero, in senso lato, del rapporto tra minori e genitori dove in mezzo, dentro, a fianco c’è la realtà carceraria e quindi mi vede assolutamente chiamato in causa.”
Centrale, negli interventi di Lia Sacerdote, Presidente di Bambinisenzasbarre e di Gemma Tuccillo, Capo del Dipartimento della Giustizia minorile e Comunità, l’importanza attribuita alla Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, che trasforma i bisogni di questo gruppo di bambini in diritti e la cui applicazione ha portato alla costituzione di una rete di istituti penitenziari sensibili e pronti sul territorio nazionale a metterla in pratica e ad accogliere interventi volti al mantenimento della relazione figli-genitori detenuti e al sostegno della genitorialità.
Per l’Autorità Garante dei diritti delle persone private della libertà è intervenuta Daniela De Robert, che ha sottolineato come in periodo di emergenza Covid-19 siano state trovate delle soluzioni alternative per molte madri detenute con bambini al seguito, auspicando che si continui in questa direzione. Il primo gruppo di interventi si è concluso con la presenza di Cristiana Corinaldesi per l’Autorità Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, che ha ripercorso alcune tappe del lavoro fatto in questi anni, insieme alle istituzioni presenti al Tavolo nazionale di monitoraggio della Carta, tra cui un questionario da sottoporre ai genitori detenuti in tutti gli istituti penitenziari italiani per fare “una fotografia dell’attuazione della Carta”
Dall’Europa si sono susseguiti gli interventi di: Lucy Gampbell, ex Presidente del network europeo COPE (Children of Prisoners Europe), seguiti dai saluti della neo presidente Rachel Brett; e poi intervenuto Elias Oliver Kastner (Spagna) vicepresidente ‘Fédérazione dei Relais Enfants Parents Internationale’ e delegato del Consiglio d’Europa e Viviane Schekter (Svizzera) Direttore di FREP Romand che hanno raccontato come è stata vissuta l’emergenza Covid-19 nei rispettivi paesi. In Inghilterra e Spagna la sospensione dei colloqui familiari è stata totale, in Svizzera, dove c’è stato un lockdown parziale, sono state organizzate varie attività esterne e online per bambini e adolescenti con genitori detenuti. La Schetker ha sottolineato un punto importante: “i bambini stanno nell’angolo cieco delle decisioni”, invece quando si tratta del loro interesse andrebbero sempre consultati e nulla andrebbe deciso in loro nome, per partito preso.
Infine si è avuto il punto di vista di un Magistrato di Sorveglianza, Monica Lazzaroni, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia e di un ex ispettore della polizia penitenziaria Maria Visentini. La presidente Monica Lazzaroni ha individuato un punto debole dell’attuale legislazione: “i permessi di necessità sono difficili da concedere laddove non c’è possibilità di accedere ai permessi premiali”. Maria Visentini ha sottolineato come la presenza di uno strumento come la Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti consenta di agli agenti e al personale penitenziario di comprendere e accogliere i bisogni dei minorenni che incontrano il carcere
La domanda chiave della conferenza è partita dalla Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti e dalla Raccomandazione Europea CM/Rec (2018)5 per riflettere sul carcere, diffondere le esperienze positive in atto e contribuire a costruire un sistema penitenziario più umano, giusto e resiliente.
Cuore della Campagna “IN ATTESA DI CARCERI APERTE, FIGLI-GENITORI CONNESSI” è il mantenimento della relazione figli-genitori detenuti, diritto rappresentato dalla Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti – la prima Carta (firmata nel 2014 dal Ministro della Giustizia, dalla Garante nazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza e da Bambinisenzasbarre), diventata Raccomandazione europea CM/Rec (2018)5, 04.04.2018 – e sta trovando applicazione in questi anni nel sistema penitenziario.
L’emergenza Covid-19 ha imposto un blocco anche nel percorso di buone pratiche e procedure aderenti alla Carta. E’ un blocco che deve rimanere temporaneo, per non disperdere tutto il lavoro di questi ultimi vent’anni.
Nella fase critica ancora in corso si profila una situazione che investe in modo prioritario i figli di minore età di genitore detenuto, per i quali l’impatto col carcere ritorna ad assumere valenze e intensità rinnovate. Investe in modo diverso, ma non meno rilevante, tutta la macchina organizzativa degli Istituti che si sta preparando per far fronte a questo evento, tenendo in considerazione tutti gli aspetti relazionali e di procedure.
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Campagna Europea, giugno 2020
WORKSHOP D’ARTE ONLINE, una vera festa
Durante la Campagna europea e In questo periodo di emergenza di blocco e post-blocco causato dal Covid 19, Bambinisenzasbarre (“Bambini senza sbarre”) ha implementato varie iniziative per sostenere, a distanza, le famiglie colpite dai genitori imprigionati.
Oltre a rafforzare la linea di assistenza Telefono Giallo, un servizio di consulenza a distanza e l’avvio di riunioni protette online tra bambini e genitori detenuti, Bambinisenzasbarre ha attivato un laboratorio d’arte online, con l’obiettivo di alleggerire il confinamento forzato dei bambini. L’obiettivo è, infatti, quello di creare momenti di relax e convivialità pensati appositamente per i bambini come se fossero piccole feste. Pertanto, non “distanza sociale” ma “socializzazione della distanza”.
I bambini attualmente seguiti da Bambinisenzasbarre sono stati invitati in uno spazio virtuale, quindi online, alla presenza di due terapisti d’arte e uno psicologo.
Sono stati in grado di incontrarsi di nuovo, anche se online in una chat video, e attraverso il disegno, hanno potuto condividere i loro pensieri e sentimenti e dire come stanno vivendo questo “strano” momento (come lo chiamano), senza scuola e senza amici. Questi incontri creativi di chat video si sono trasformati in veri e propri party dall’atmosfera rilassata.
Questo workshop “d’arte” sono stati ideati anche far sentire i bambini liberi di parlare dell’assenza del loro genitore detenuto che non sono in grado di incontrare di persona da mesi. Per le madri, è stata un’esperienza positiva e una possibilità di condivisione per i bambini, nonostante le difficoltà del periodo.
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Campagna Europea, giugno 2020
“TELEFONO GIALLO” per comunicare oltre le sbarre
– Come dico a mio figlio che non può vedere il genitore detenuto per un tempo indefinito?
– Come aiuto mio figlio a trascorrere questo lungo periodo di separazione dal genitore detenuto?
– È da tanto che non vedo il mio papà!
– Come affronteranno questo momento gli altri bambini che hanno un genitore in carcere?
Bambinisenzasbarre si è messa a disposizione, in particolare nella Campagna di giugno, per rispondere a queste e a tante altre domande che possono insorgere a causa dell’emergenza determinata dal Coronavirus, che incide sulle relazioni di tutti noi e sui contatti tra le persone care, ancor di più nel complesso ambiente del carcere.
Per questo, nel pieno rispetto di quanto previsto dal decreto Dpcm “IO RESTO A CASA”,Bambinisenzasbarre ha potenziato il servizio di supporto telefonico TELEFONO GIALLO per le famiglie di persone detenute e lo ha attivato per il particolare target dei bambini figli di genitori detenuti, avvalendosi di operatori specializzati.
Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 18:00 per ascolto, supporto psicologico e risposte specialistiche a chi si trova ad affrontare questa difficile fase.
TELEFONO GIALLO vuole essere una possibilità per i familiari di non sentirsi soli e di ragionare insieme a specialisti sulle risposte da dare alle difficili domande che ogni giorno i figli pongono e per i bambini di costruire una comunità virtuale con scambio di bisogni e consigli, che potrà diventare appena possibile un vero e proprio gruppo attivo e in presenza.
I canali di comunicazione, in giugno ed oltre, sono i seguenti: Telefono e Whatsapp: 392.9581328 (attivo lunedì-venerdì, 10:00-18:00) – E-mail: telefonogiallo@bambinisenzasbarre.org
È stato ed è sempre possibile comunicare tramite e-mail e messaggi, che diventano canali esclusivi nelle giornate di sabato e domenica e nella fascia oraria serale.
Il servizio Telefono Giallo si avvale dell’esperienza e delle competenze del gruppo di psicologi di Bambinisenzasbarre, acquisite in 18 anni di buone pratiche presso gli Istituti penitenziari della Lombardia e in rete sul territorio nazionale.
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Webinar di Inizio Campagna Europea, giugno 2020
Nancy Loucks, Mirna Cacic, Edoardo Fleischner, Richard Garsite, (da sinistra in alto, in senso orario)
Un grande incontro internazionale con 390 partecipanti di 38 Paesi.
E’ durato due ore il primo seminario online di COPE (Children of Prisoneres Europe) con 390 partecipanti da 38 paesi, dalla Nigeria all’Argentina, dai Paesi europei a quelli dell’America del nord e del Far East asiatico. Ha segnato l’inizio (il 26 maggio 2020) della Campagna europea del giugno 2020, in tutta Europa, guidata dalla rete COPE, e in Italia.
Il tema, Non interrompere il legame fra i figli e loro genitori detenuti, nella crisi di Covid-19 e oltre, la situazione in Europa – è molto sentito in questo periodo di pandemia da coronavirus, con le carceri chiuse in quasi tutti i paesi del mondo e l’impossibilità per milioni di bambini di poter fare le periodiche visite ai genitori detenuti, per mantenere il proprio fondamentale legame parentale. Sono visite diventate “virtuali” che li tiene connessi con l’uso delle piattaforme di video-chat offerte dal Web.
Protagonisti del seminario sono stati Mirna Cacic, di Parents in Action (Croazia), Edoardo Fleischner di Bambinisenzasbarre, Richard Garsite, del Center for Crime and Justice Studies (Regno Unito). Ha moderato Nancy Loucks di Families Outside (Scozia).
Bambinisenzasbarre ha descritto le nuove azioni che sono state create in questo critico periodo:
- Potenziamento del Telefono Giallo, consulenza a distanza per le famiglie
- Lo Spazio Neutro virtuale – incontri protetti genitori-figli on line
- I laboratori artistici on line, in cui i bambini, coordinati da un arteterapeuta disegnano insieme.
La principale riflessione emersa da questo webinar di inizio della Campagna di giugno 2020 è che bisogna far sì che le azioni che vengono intraprese ora (come quelle di Bambinisenzasbarre) portino a cambiamenti positivi e duraturi per i bambini, per le persone detenute e le loro famiglie.
L’istituzione di visite online sostitutive delle visite di persona – la risposta più efficace a mantenere in contatto bambini e genitori durante la crisi COVID-19 – non deve soppiantare in alcun modo le visite di persona nel dopo Covid-19. Il diritto dei minori al contatto diretto con un genitore rimane un diritto sancito dalla Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia.
Nel lungo dibattito del webinar si è ripetuto e sottolineato con forza che gli incontri online dovrebbero aggiungersi alle visite di persona, sempre troppo poche, quando queste diventeranno nuovamente possibili.
La pandemia di Covid-19 ha acceso un riflettore sulle carceri: sulle sfide nel garantire il distanziamento sociale e nel proteggere la salute e il benessere dei detenuti, e sulla conseguente perdita del loro contatto coi figli e le famiglie.
Ma i bambini e i loro genitori detenuti devono rimanere in contatto, per il mantenimento di un legame fondamentale. È necessario trovare i modi per farlo.
Il webinar di inizio Campagna 2020, organizzato in collaborazione con *COPE (Children of Prisoners Europe) ha permesso di discutere di come singoli individui, organizzazioni e stati di tutta Europa stanno lavorando per mantenere il vitale contatto tra i bambini e i loro genitori in carcere durante l’attuale pandemia e per tutto il periodo critico che ne seguirà. In questo webinar e in tutta la Campagna di giugno 2020, si sono poste domande comuni a tutti i paesi.
- Quali cambiamenti messi in atto e quali nuovi mezzi utilizzati per i colloqui, in questo periodo, possono e devono essere mantenuti a lungo termine?
- In che modo questa emergenza può aiutarci a riflettere sul carcere e su come la società considera le persone detenute?
- Può essere l’occasione per sensibilizzare sullo stigma che i bambini con un genitore in carcere si trovano spesso ad affrontare?
Più riusciamo a diffondere esperienze positive messe in atto durante questa emergenza, più possiamo difenderle ora e in futuro, fornendo motivazione e forza al cambiamento del carcere e contribuendo a costruire un sistema giudiziario più umano e resiliente.
Per rivedere il webinar: https://bit.ly/COPEwebinar1