Il Telefono Giallo di Bambinisenzasbarre offre informazioni e consulenza psicologica alle famiglie in situazione di emergenza psicoaffettiva dovuta alla separazione da uno o entrambi i genitori nella fase che segue l’arresto e durante la detenzione. L’helpline di Bambinisenzasbarre è attiva dal lunedì al venerdì negli orari 10:00 – 18.00.
Il servizio è in grado di garantire sostegno a parenti e familiari dei detenuti in diverse situazioni, dal come spiegare ai bambini che il genitore è recluso, al sostegno di famiglie e bambini nel momento del primo ingresso in carcere, al mantenimento della relazione a distanza.
Due i numeri a disposizione. A Milano, Bergamo (servizio attivo anche grazie al sostegno di Fondazione ASM) e Lombardia il servizio è raggiungibile chiamando il numero 392.9938.324 mentre per il resto d’Italia si deve comporre 392.9581.328. Il Telefono Giallo può essere contattato anche inviando messaggi via sms o Whatsapp oppure per e-mail scrivendo a telefonogiallo@bambinisenzasbarre.org
Attraverso questo servizio di Bambinisenzasbarre è possibile ricevere ascolto, assistenza, supporto piscologico e risposte specialistiche che vengono fornite da professioniste e da psicologhe con esperienze e competenze ventennali, acquisite con l’attività svolta presso le carceri della Lombardia e del territorio nazionale.
Le richieste che giungono al Telefono Giallo, a cui rispondono le professioniste di Bambinisenzasbarre, sono numerose e principalmente riguardano il legame interrotto figlio-genitore detenuto, come gestire la separazione, il supporto psicologico, il sostegno nel momento del colloquio dei figli con il genitore detenuto e la necessità di informazioni sulle procedure carcerarie.
Oltre all’aiuto alle famiglie, il servizio è in grado di offrire anche consulenza agli operatori sociali, penitenziari, del Terzo Settore e avvocati, sui temi della tutela e del mantenimento della relazione figli-genitori detenuti, sulle regole e il funzionamento del carcere e sulla trasformazione delle procedure di accoglienza in carcere, secondo le linee guida della “Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti”, unica in Europa
Le parole di genitori e familiari raccolte dalle professioniste del Telefono Giallo
“Ho detto a mia figlia che papà è via per lavoro. Lo vede nelle videochiamate e io le leggo le sue lettere. Sento che devo dirle la verità ma non so come fare. Ho paura che se raccontasse a scuola dove si trova il papà finirebbe sicuramente per trovarsi in difficoltà con i compagni.” Una mamma
“Mio figlio è stato condannato e la compagna non vuole portare i bambini in carcere per incontrarlo. Vorrei che ogni tanto si potessero vedere.” Una nonna
“Ho difficoltà economiche. Non posso andare a trovare mio marito in carcere perché è lontano. Riusciamo a vederci ogni tanto. I bambini sentono la sua mancanza e anche lui soffre molto la situazione” Una mamma
“Fino a oggi sono sempre stato vago su dove sta la mamma. Non ho mai detto come stanno le cose Ma adesso però i bambini iniziano a fare domande e io non so cosa dirgli per spiegare dove è adesso. Ce la sto mettendo tutta ma sono in difficoltà” Un papà
“Mio marito è in carcere da un po’ e vorrei sapere cosa fare per andare a trovarlo col bambino. Abbiamo un figlio piccolo e mio marito ha lasciato a me la decisione se portarlo in carcere o meno. Lui soffre molto perché non lo vede crescere ma io non credo sia giusto portarlo in carcere così piccolo.” Una mamma
“Mio figlio è detenuto e deve scontare una pena abbastanza lunga. Ha un figlio con una compagna in comunità ma io e mia moglie non abbiamo notizie né del bambino nè della mamma. Mi figlio soffre molta perché non sa più niente del bambino e anche noi.” Un nonno
IL PROGETTO “TELEFONO GIALLO” è SOSTENUTO COL CONTRIBUTO DI:
IL PROGETTO “TELEFONO GIALLO” è STATO SOSTENUTO COL CONTRIBUTO DI: