Il progetto “Papà ti racconto – Laboratorio di disegno per bambini con genitore detenuto” di Bambinisenzasbarre, si è svolto all’interno degli istituti penitenziari milanesi di Bollate, Opera e San Vittore, e in quelli lombardi di Brescia, Bergamo, Monza, Pavia e Voghera
“Papà ti racconto – Laboratorio di disegno per bambini con genitore detenuto” è il progetto di Bambinisenzasbarre, realizzato con il contributo del Dipartimento per le politiche della famiglia, Presidenza del Consiglio dei ministri, rivolto ai bambini che entrano in carcere per incontrare il proprio papà. L’intervento si è svolto all’interno degli istituti penitenziari milanesi di Opera, Bollate e San Vittore, e in quelli lombardi di Brescia, Bergamo, Monza, Pavia e Voghera.
La separazione da un genitore a causa di un arresto, generalmente improvviso, e la conseguente necessità di entrare in carcere per mantenere la relazione sono eventi della vita personale e familiare di un bambino che possono generare smarrimento e disagio e vanno compresi e sostenuti.
In questo contesto la pratica del disegno fornisce ai bambini un linguaggio non verbale molto vicino al gioco, con il quale condividere emozioni, sentimenti, idee, percezioni, fantasie e osservazioni su di sé, sulla famiglia, sulle altre persone e sull’ambiente che li circonda.
E, a partire da questo presupposto, il mezzo artistico-grafico diventa un prezioso strumento di comunicazione con gli adulti e di autoconsapevolezza, che permette l’emersione di emozioni difficili da riconoscere e verbalizzare.
I laboratori sono stati rivolti ai bambini, nel momento dell’attesa del colloquio, e a bambini e padri detenuti, che hanno avuto la possibilità di trascorrere del tempo esclusivo con i propri figli utilizzando il disegno come strumento di comunicazione e di costruzione della relazione genitoriale. Un tempo prezioso dopo due anni di difficoltà di ingresso dei minorenni negli istituti dovute alla pandemia.
Il progetto ha raggiunto oltre 600 persone tra adulti detenuti e bambini di età compresa tra i 2 e i 16 anni e rappresenta un modello in previsione di un’espansione dell’intervento a livello nazionale.
Al termine del progetto è stata realizzata un’esposizione diffusa dei lavori creati da bambini e ragazzi negli istituti coinvolti. La mostra, particolarmente apprezzata dai bambini, dai genitori e dagli operatori penitenziari, agenti e educatori, è stata realizzata per valorizzare le opere prodotte e sensibilizzare anche gli operatori della polizia penitenziaria alla presenza dei bambini negli istituti penitenziari.