Mi piace giocare con il mio papà,
lui è il più forte di tutti!
E poi qui non è al parchetto,
qui ci sono le porte vere
e sembriamo dei campioniMichele, 5 anni
I bambini sono tutti uguali anche i 100mila figli di genitori detenuti.
Non escludiamoli dai giochi. C’è una partita da giocare, anche in carcere con papà.
Dal 1° giugno 2022, negli istituti penitenziari italiani, si disputa La Partita con papà, l’atteso incontro tra papà detenuti e i loro figli, all’interno della annuale campagna Carceri aperte, che fa accedere negli istituti le famiglie, dopo due anni di sospensione a causa della pandemia.
La possibilità di giocare a calcio con il papà e di condividere questo momento ludico, normale per tutti gli altri bambini, risulta eccezionale per questi bambini e le loro famiglie e rimane a lungo nella loro memoria.
Giovanni, 8 anni
“Finalmente papà ha visto tutte le mosse da calciatore che ho imparato da internet, ora capirà che devo fare il calciatore”.Susanna, 11 anni
“Con papà andavamo sempre allo stadio, non sappiamo giocare bene a calcio, ma con lui ci siamo sempre divertite con il pallone”.Marianna, 9 anni
“Io dovrei fare il tifo per mio fratello, invece spero vinca mio papà e spero non si faccia male se cade, come i calciatori più bravi del Napoli”.
La partita con papà è nata nel 2015 con 12 istituti, 500 bambini e 250 papà detenuti. Nel 2019 sono state giocate 68 partite in altrettante carceri e città, da Milano a Palermo, coinvolgendo 3.150 bambini e 1.700 detenuti. (VEDI foto e rassegna stampa).
La Partita con papà è organizzata da Bambinisenzasbarre in collaborazione con il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. La Partita con papà e Carceri aperte si inscrivono, come ogni giugno, nella Campagna europea Non un mio crimine ma una mia condanna del network COPE (Children Of Prisoners Europe). La Campagna vuole sensibilizzare sul tema dell’inclusione sociale e delle pari opportunità per tutti i bambini e ha l’obiettivo di portare in primo piano il tema dei pregiudizi di cui spesso sono vittime i 100 mila bambini in Italia (2,2 milioni in Europa) che hanno il papà o la mamma in carcere e sono emarginati. Questi bambini vivono in silenzio il loro segreto del papà recluso per non essere stigmatizzati ed esclusi.
Cristiano, 8 anni
“Voglio giocare anche io a calcio e fare gol a papà che con il mal di schiena non riesce a fare bene il portiere”.Mamma di Sofia
“Io mio figlio così felice con suo papà non lo vedevo dall’arresto”.Mamma di Giovanna
“Grazie per questi momenti di gioia e di unione familiare. Mio figlio felicissimo, ha detto che è stata una bellissima giornata anche se papi è un po’ scarso a calcio”.
Bambinisenzasbarre Onlus difende i diritti dei bambini (“I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini“). È infatti impegnata nella cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori, nella tutela del diritto del bambino alla continuità del legame affettivo e nella sensibilizzazione della rete istituzionale e della società civile.
Bambinisenzasbarre è attiva in rete sul territorio nazionale con il Sistema Spazio Giallo. Opera direttamente in Lombardia (Milano, Voghera, Vigevano, Pavia e Bergamo), in Toscana, Campania e Calabria e supervisiona le attività dei partner in rete a Brescia, Varese e Lodi e in Piemonte, Marche, Puglia e Sicilia. Il Sistema Spazio Giallo comprende fra le varie attività la creazione e la gestione, nelle carceri, dello Spazio Giallo, ideato da Bambinisenzasbarre. È uno spazio relazionale di ascolto e sostegno psicologico alle famiglie e in particolare ai bambini che entrano in carcere quotidianamente per incontrare il genitore, un’interfaccia con funzione di mediazione tra il mondo esterno e il carcere.
Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti
Firmata nel 2014 dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e da Bambinisenzasbarre Onlus, e rinnovata nel dicembre 2021 dalla ministra Marta Cartabia, dalla Garante Carla Garlatti e dalla presidente dell’associazione Lia Sacerdote, ha recepito l’importanza di questo progetto e raccomanda che nelle carceri italiane siano presenti degli spazi dedicati ai bambini che vanno a trovare il genitore detenuto.
La Carta riconosce formalmente i diritti di questi bambini, in particolare il diritto alla non discriminazione e alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore in attuazione degli artt. 3 e 9 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Da allora Bambinisenzasbarre Onlus è impegnata nella diffusione e nel monitoraggio dell’applicazione delle linee guida della Carta negli istituti penitenziari italiani, partecipando al Tavolo nazionale di monitoraggio con Ministero di Giustizia e Autorità Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, organizzando e partecipando a seminari e convegni, creando una rete di attenzione nazionale di realtà istituzionali e del Terzo Settore e fornendo consulenza sui temi della genitorialità in carcere. A rafforzare l’impatto della Carta – e del ruolo dell’Associazione a livello italiano ed europeo – si è anche imposta la Raccomandazione CM/Rec(2018)5, adottata ad aprile 2018 dal Consiglio d’Europa e rivolta al Comitato dei Ministri dei 47 stati membri. La Raccomandazione ha assunto come modello la Carta italiana per preservare i diritti e gli interessi dei bambini e ragazzi figli di detenuti, indicando Bambinisenzasbarre come ispiratore.
Papà detenuto
“La vera punizione del carcere non è per noi, ma è per le persone che amiamo. Mia moglie mi ha raccontato che i bambini hanno preparato una settimana prima della Partita le borse con l’occorrente per giocare. Questo è normale nella vita quotidiana delle altre persone, ma noi non siamo abituati. Per noi è un’emozione.”Mamma
“Volevo ringraziarvi per questa giornata. Margherita non smette di sorridere dalla felicità: è la prima volta che gioca a calcio con il papà. Una nuova pagina bianca dove raccontare che ha giocato con lui ed è stato bellissimo. Avete scelto di lavorare con i bambini per difendere i loro diritti e ci siete riusciti: questo sorriso è grazie a voi!”Lia Sacerdote, presidente Associazione Bambinisenzasbarre
“Il calcio fa parte della nostra cultura e quello di poter giocare una partita è uno dei desideri che bambini e papà esprimono più spesso: ‘Dopo, quando saremo fuori, giocheremo a calcio’”.
In collaborazione con
Per i giornalisti interessati a partecipare alla partita negli istituti, è necessario inviare una mail con il proprio documento di identità all’istituto prescelto con in copia l’ufficio stampa di Bambinisenzasbarre (comunicazione@bambinisenzasbarre.org). Per informazioni comunicazione@bambinisenzasbarre.org