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Continua il progetto “L’infanzia che incontra il carcere”

Il gruppo di parola settimanale dei padri che partecipano al progetto nelle carceri di Bollate e Opera per il 2023

Il gruppo di parola dei padri, che con cadenza settimanale, si ritrova per partecipare al progetto approfondendo, incontro dopo incontro, il tema della relazione genitoriale.

Il gruppo dei genitori detenuti si concentra sull’importanza e il rafforzamento del fondamentale rapporto tra padre e figlio e dove ogni genitore si prepara all’incontro non mediato dalla presenza usuale della madre, attraverso la condivisione delle esperienze e dei vissuti personali all’interno della propria famiglia.

I temi che emergono più frequentemente sono: la verità sulla propria detenzione che non si deve nascondere ma raccontare ai figli; la rielaborazione degli incontri fatti con i propri figli dove si interloquisce attraverso i disegni realizzati a quattro mani. E poi ancora il tema del continuare a esser genitore nonostante la detenzione; quindi il tema dell’assenza e la lontananza dalla propria famiglia; il giudizio elaborato dai figli sul genitore detenuto; infine la narrazione verso la famiglia e coetanei della propria esperienza di bambino con il padre in carcere.

Il disegno prepara alla relazione

Nei gruppi le parole sono spesso veicolate dai disegni che permettono ai papà detenuti di entrare in contatto con le proprie emozioni e con l’idea di familiarizzare con un nuovo modo di colloquiare organizzato in laboratorio di disegno papà-bambino.

I laboratori papà-bambino rappresentano veri e propri interventi di ricerca e azione che si basano sul presupposto che l’arte sia un potente strumento di comunicazione interpersonale e perciò di rielaborazione della realtà.

Il disegno si è sempre uno strumento prezioso che permette a bambini e adulti di essere liberi di esprimere ciò che non riescono a comunicare con le parole e di cui in parte loro stessi sono inconsapevoli. Infatti, il creare insieme un momento ideale e anche un luogo dove convivere per un’ora o due e quindi affrontare la separazione figlio-genitore detenuto, permette di ridurre la distanza fra la realtà esterna e quella dentro e dunque potenziare la capacità di mantenere la relazione nel tempo, riempiendola di contenuti.

Le parole liberano la relazione

L’incontrarsi senza la presenza della mamma, disegnando e quindi creando una comunicazione fatta di segni e figure che spesso sono espressioni  simboliche permette ai papà e ai bambini di sintonizzarsi su temi condivisi e di parlare un linguaggio comune. La detenzione di un genitore è un’esperienza dura, spesso cruciale, piena di contenuti emotivi e significati, che genera nei bambini domande spesso difficili da tradurre in parole e rende arduo per il genitore trovare risposte verbali.

Progetto realizzato anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo

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