Il progetto “Il poliziotto e il dinosauro” intende utilizzare lo strumento artistico per proseguire nel lavoro di attenzione agli spazi e trasformazione dei luoghi, avviato con lo Spazio Giallo, attraverso il diretto coinvolgimento dei bambini e dei loro genitori. Sul progetto è stato realizzato un documentario di 50′. Su Youtube la versione ridotta.
L’ARTE COME RIELABORAZIONE DELLA REALTÀ. Come è ormai noto lo Spazio Giallo progettato da Bambinisenzasbarre è un sistema di accoglienza e attenzione al bambino e alla famiglia che entra in carcere, nato all’interno del più ampio lavoro di cura delle relazioni familiari che l’associazione porta avanti ormai da dieci anni.
L’accoglienza prende avvio nella sala d’attesa del primo blocco, attraverso la presenza di materiali di gioco e operatori formati, e si sviluppa sia temporalmente, all’interno di una relazione che si costruisce durante il tempo della detenzione, sia spazialmente, attraverso al cura dei luoghi che questi bambini frequentano quando entrano per incontrare il loro genitore.
“Il poliziotto e il dinosauro” si configura come intervento di ricerca-azione, basato sul presupposto che l’arte sia un potente strumento di rielaborazione della realtà. È uno strumento prezioso per i bambini poiché consente loro di essere liberi, permette di esprimere ciò che verbalmente non riescono a comunicare e di cui in parte sono loro stessi inconsapevoli. Il disegno e più in generale il gesto artistico diventa un linguaggio con cui i bambini entrano in contatto con le proprie emozioni per ciò che sta accadendo intorno a loro e allo stesso tempo permette agli adulti di comprendere ciò che sta accadendo dentro di loro.
Il gesto artistico dei bambini come strumento per affrontare il carcere
1 luglio 2014 – 31 dicembre 2015
L’ingresso in carcere per un bambino che ha un genitore detenuto è un’esperienza intensa e ricca di contenuti emotivi, di significati e di domande, spesso difficili da tradurre in parola: l’intervento di Bambinisenzasbarre è quello di riconoscere la necessità per un bambino di attenzione, risposte ma anche solo ascolto delle loro domande, contesti adatti e strumenti per comprendere l’esperienza che stanno vivendo.
La pratica del disegno e del gioco non è semplice attività ludica, ma opportunità di espressione e condivisone del proprio vissuto. L’attività espressiva diventa luogo di incontro tra bambini e adulti e consente loro di affrontare insieme percorsi simbolici che preparano all’esperienza reale. Questo tipo di espressione permette di aprire una finestra su emozioni e ricordi relativi a esperienze problematiche precedenti o attuali vissute dai bambini.
I LABORATORI ARTISTICI
Sono pensati come momenti di gruppo in cui padri e figli si incontrano e realizzano sotto la guida di esperti d’area (arte-terapeuti) interventi di natura artistica, con i quali “appropriarsi” dello spazio del carcere. In particolare verranno coinvolti nella produzione di murales, realizzati su pannelli mobili, che varranno poi affissi nelle zone del carcere frequentate dalle famiglie (in particolare la cancellata di ingresso al primo blocco, le stanze della perquisizione, il passaggio della carraia).
Colorare e personalizzare gli spazi del carcere favorisce nei bambini il processo di consapevolezza su “dove ci si trova”, trasformando il carcere in luogo maggiormente familiare dove lasciare il proprio segno.
Allo stesso tempo questa attività si configura come attività utile alla relazione genitoriale, poiché offre al genitore detenuto l’opportunità di parlare al proprio figlio di ciò che stanno facendo insieme, dove lo stanno facendo e perchè. Consente di qualificare in maniera positiva il luogo in cui il papà vive e di introdurre l’elemento temporale lavorando su qualcosa che permarrà nel tempo.
SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ
1. Formazione del gruppo: si propone di individuare un gruppo di circa 20 papà, facendo in particolare riferimento alle famiglie che frequentano lo Spazio Giallo (e quindi l’istituto) con maggiore frequenza.
2. Condivisione dell’iniziativa con le famiglie: data la valenza non solo artistica ma anche relazionale del progetto, si prevede un incontro con il gruppo dei padri individuati e gli adulti che accompagneranno i bambini per illustrare il progetto e condividerne gli obiettivi, tempi e modalità. Durante il tempo dell’incontro i bambini eventualmente presenti verranno intrattenuti da operatori ed animatori dell’associazione nell’area verde.
3. Avvio: con le famiglie che aderiranno al progetto si prevede di realizzare due laboratori al mese della durata di due ore (considerate extra rispetto al monte-ore individuale) a partire dal mese di agosto, secondo un calendario concordato con la Responsabile dell’Ufficio Colloqui.
> Poiché riteniamo che il momento di condivisione artistica possa essere una grande opportunità di scambio emotivo e di dialogo tra padre e figlio, ci sembra importante proporre che i bambini possano trascorrere il tempo del laboratorio insieme ai loro papà senza la presenza dell’adulto accompagnatore, che delegherà a questo scopo gli operatori dell’associazione.
> Durante lo svolgimento del laboratorio si ritiene importante che gli accompagnatori permangano all’interno dell’istituto e si prevede pertanto di attivare gruppi di confronto e condivisione rivolti alle mamme (o all’adulto che ha in carico il bambino) e moderati da un operatore dell’associazione all’interno dello “spazio Casetta”.
> Nell’arco dell’anno sono previsti incontri di gruppo con i padri coinvolti e gli operatori dell’associazione nello “spazio Casetta” per monitorare l’andamento dell’esperienza.